la piadina romagnola e la teglia di montetiffi
La piadina è la più tipica della specialità di Romagna. La si trova un po’ ovunque, nelle strade di Romagna, prodotta dalle “piadinare” nei caratteristici e colorati chioschi. La piadina romagnola è tanto famosa da essere conosciuta ben oltre i confini regionali. Ha origine, in tempi storicamente recenti, come alimento povero e, nel secolo scorso, veniva consumata dai contadini al posto del pane, o addirittura come pasto principale, in quanto il suo corposo impasto consentiva una maggiore sensazione di sazietà . Ma c’è chi vuol far risalire l’origine della piadina addirittura al 1200 avanti Cristo, quando si cuocevano focacce azzime su lastre arroventate. Attraverso gli Etruschi, i Romani, passando per il periodo medievale ed il Rinascimento, pare che la piadina sia arrivata fino alle tavole dei contadini e del territorio della Romagna, dove il consumo di questo alimento non si è mai interrotto, fino ai giorni nostri. La bontà , la semplicità , il costo contenuto e la velocità di preparazione della piadina romagnola ne fanno un prodotto eccellente che si adatta molto bene anche ai tempi moderni. La piadina varia, per composizione e spessore dell’impasto, a seconda delle diverse tradizioni nelle diverse città e province di Romagna. La più bassa è quella riminese, la più alta è quella del forlivese. La Ricetta è, comunque, molto semplice. La piadina contadina ha come ingredienti: la farina, lo strutto e l’acqua con le varianti (a seconda delle tradizioni) che richiedono l’aggiunta del bicarbonato, dell’olio d’oliva o del latte per rendere la pasta più soffice e friabile. Una volta pronto, l’impasto viene diviso in piccole porzioni da stendere poi con il matterello. Quando viene tirato l’impasto, si ottengono delle forme circolari spesse qualche millimetro e dal diametro fra i 25 e i 30 centimetri, queste vengono cotte sulle piastre di ferro che oggi sostituiscono la teglia (il “testo”: la tradizionale teglia di terracotta che veniva posta sulle braci ardenti). Si deve avere l’accortezza di girare la piadina di tanto in tanto, per non farla bruciare, e a cottura avvenuta si può farcire la piadina, friabile e profumata, con salumi e formaggi (prosciutto, formaggio, salame, squacquerone), con le erbe di campagna o con quello che più ci piace. Una variante alla piadina romagnola è il crescione, costituito da una piadina ripiegata su se stessa, farcita e poi richiusa con la farcitura al proprio interno che può essere fra le più varie, unico limite: la fantasia della “piadinara”(o “piadaiola”).
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